SOGNI NEGLI OCCHI

COME SO CHE LA MIA FERITA È GUARITA?

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 28/3/2024, 10:20
Avatar

Senior Member

Group:
Administrator
Posts:
28,417
Location:
Centro

Status:


FB_IMG_1711444745218



COME FACCIO A SAPERE SE LA MIA FERITA E' GUARITA?


È ovvio che dopo un po’ di tempo passato a lavorare su se stessi sorge il dubbio se quello che si sta facendo funziona.
Cerchiamo allora di auto osservarci, per rispondere a questa domanda.

Considera che la prova che non sei più invischiato con il passato è non sentire più sofferenza.
Se provi ancora rabbia, rancore, paura… hai ancora da lavorare.

Molti mi dicono che si sentono indifferenti, perciò pensano di essere guariti.
Ma l’indifferenza è un blocco, è chiudere il cuore e questo non risolve niente.

Quando sei libero dalle ferite provi pace, una certa calma. Serenità.
Lì si che puoi dire ti essertelo lasciato alle spalle il passato.
Ecco perché non basta la ribellione, finché ti da ancora fastidio non c’è libertà.

Ovvio che magari senti ancora che le cose non siano giuste o non ti piacciono, ma non ti agganci. Non ti irritano più come prima, perché non ci sono più degli elementi personali che entrano in gioco, le tue ferite.
Questo è importante.
Il potere deve essere tuo, se qualcuno ti provoca delle reazioni sono loro ad averlo.

Non attirerai nemmeno più persone o circostanze come prima, in linea con lei.

Mese per mese sei una persona completamente diversa. Questa è la magia.

E, man mano che tu evolvi, sei sempre meno soggetto al karma relazionale, sociale, familiare e personale.
Senti le situazioni e le provocazioni, ma non ti agganci e non reagisci più.

Osserva che all’inizio dentro sei come una tanica di benzina.
Arriva qualcuno con un fiammifero e tu scoppi.
Ma adesso, più lavori, più cambi, più le reazioni si indeboliscono fino a sparire del tutto.
La tua tanica si riempie d’ acqua e il fiammifero non potrà che galleggiare spento.

Pensa che a volte ti sarà proprio impossibile arrabbiarti, perché dentro di te non c’è più rabbia ad esempio.

Attenzione perché molti qui mi cadono.
“Ma questo è auto-controllarsi”, mi dicono.

E io ti rispondo che no, non è affatto controllarsi questo, ma osservare.
Vediamo perché.

Smettere di controllarsi

Questo bisogna imparare: se io non sono cosciente del mio corpo e della mia mente qui e ora, non mi rendo cosa di cosa sto sentendo nel mentre che lo sto sentendo.
Essere coscienti vuol dire essere in contatto con il corpo, che è sempre nel qui e ora, essere in contatto con i propri pensieri, con quello che dico, con come mi muovo in mezzo alle persone e con cosa sento momento per momento.
Non è controllare, ma sapere.
Non è avere tutto sotto controllo e reprimere, ma sapere cosa sta succedendo nel mio corpo, nel mio cuore, nella mia testa ecc.
Altrimenti come fai a trasformare e a migliorare quando non vedi, non senti, non percepisci cosa ti sta succedendo dentro e perché?

Facciamo l’esempio che qualcuno venga da te e dica qualcosa che ti offende.
Hai davvero visto cosa ti ha detto?
Ti sei chiesto cosa ha toccato dentro di te per farti sentire così offeso, impotente?
Un nucleo di rabbia? Un senso di inadeguatezza? La ferita? vecchie immagini dei tuoi genitori che ti trattavano in un certo modo? Una paura?
E se hai reagito in risposta, hai davvero visto da che parte hai reagito? Dalla paura? Dalla vergogna? Dal senso di inferiorità? Dal non esserti sentito considerato?
Osserva che non avevi la padronanza di te stesso e sei partito. Hai reagito.
Ma devi osservare, non puoi trasformare qualcosa che non vedi, non comprendi e non accetti.
È la coscienza a trasformare spontaneamente, ma ripeto, bisogna saper osservare prima.
E anche conoscere l’uomo, come si manifestano le cose.

Tieni presente che le emozioni vanno vissute, è ovvio, ma vanno vissute con coscienza, altrimenti ti fai vivere dalle emozioni, che è diverso.
Solo se sei cosciente, sei padrone delle emozioni.

E questo non è autocontrollo perché tu regoli intensità e durata.
Ti dai il permesso di vivere le emozioni, senza permettergli di decidere per te, rischiando di rimanere sempre depresso o sempre arrabbiato.

Perché alla fine, queste emozioni, altro non sono che modelli energetici cristallizzati.
Si cristallizza l’abitudine di arrabbiarsi, per esempio, o quella di agitarsi.
Ma con la padronanza tutto questo può essere trasformato.

L’osservazione cosciente allarga il tempo e lo spazio tra lo stimolo e la risposta e il fatto stesso di vedere inibisce la reazione, dissolve le emozioni negative.

Sono cosciente di cosa mi sta accadendo, non reprimo la risposta, ma inserisco la coscienza.
C’è uno stato di presenza che mi dà quei secondi di valutazione che mi fa scegliere di agire e non di far scegliere la ferita e reagire.

Quando qualcuno tocca la ferita, metti coscienza, non reagisci.
Una parte di attenzione va alla persona e un’altra parte va alla ferita.

E questo anche se qualcuno dovesse provocarti un’emozione piacevole; puoi sentire dove ti aggancia, se ti proietti sull’altro, se ti identifichi, se ti attacchi, allora metti coscienza e consapevolezza, osservi.

Poi continui a lavorare sul buco, sulla ferita, sul bisogno finché non sparisce.

ROBERTO POTOCNIAK

 
Web  Top
0 replies since 28/3/2024, 10:20   7 views
  Share